Il DVR rischio chimico, che cos’è e come aggiornarlo correttamente

In molte aziende sono presenti diversi rischi che spesso vengono minimizzati o trattati in maniera superficiale, senza essere coscienti dei pericoli che potrebbero generare ogni giorno. Un esempio classico è il rischio chimico. In questi luoghi di lavoro si adoperano, talvolta, elementi di natura chimica che possono causare danni alla salute dell’uomo, minacciare la sicurezza dei dipendenti aziendali e provocare disagi all’ambiente.

Per difendere tutte le tipologie di impiegati dal rischio chimico, occorre perciò concretizzare, attraverso decreti e normative aggiornate, delle misure di sicurezza idonee e soprattutto svolgere una accurata valutazione e gestione del rischio chimico presente.

Sul datore di lavoro ricade il compito di eseguire periodicamente la valutazione del rischio da agenti chimici e riportare tutte le misure di monitoraggio e prevenzione poste in essere.

Quanto segue è il frutto della nostra intervista a Pageambiente, società di consulenza specializzata nella valutazione e gestione del rischio chimico a Rimini.

Che cos’è il DVR rischio chimico e le novità dal 2015

Il documento di valutazione di rischio chimico, o DVR rischio chimico, è una forma prescritta dal regolamento che deriva dal D.Lgs 81/2008, il quale espone concetti chiari riguardo la valutazione di rischio chimico secondo normative CE stabilite dall’Unione Europea, verso la tutela dei lavoratori esposti a pericoli.

Il decreto deve essere sempre consono a modelli di valutazione aggiornati e controllati dagli enti legislativi certificati e soprattutto dovrebbe essere gestito dal datore di lavoro di ogni azienda, il quale ha la responsabilità di adottare le giuste misure di sicurezza per prevenire il problema di rischio chimico in azienda e nell’ambiente. 

Dal 1°giugno 2015 sono state affermate delle novità nel documento, per quanto riguarda l’elenco dei composti chimici riconosciuti nocivi per la salute dell’uomo. Infatti, dal 2015 in avanti sono state modificate i sistemi di valutazione della rischiosità degli elementi chimici, per rendere la normativa più comprensibile ed efficace.

Questa forma di cambiamento è stata essenziale per comprendere che l’impiego di molte sostanze chimiche potesse minacciare salute e sicurezza dei dipendenti sul posto di lavoro (ad esempio la formaldeide).

Aggiornamento rischio chimico e DVR

Il DVR rischio chimico deve essere aggiornato costantemente, in base alle nuove forme e disposizioni imposte dall’UE, con lo sviluppo delle tecnologie e miglioramenti della sicurezza. Infatti, dal 2015 con l’ingresso dei Regolamenti Europei REACH e CLP, le classificazioni dei composti cambiano, come le dinamiche di controllo e sicurezza sul luogo di lavoro. Si parla quindi di aggiornamento rischio chimico in quanto, nel tempo, possono mutare gli scenari, i processi di lavoro, gli agenti chimici utilizzati. Il rischio chimico deriva, tra l’altro, dalla possibilità che elementi differenti entrino in contatto causando una reazione: l’inserimento in filiera di nuovi agenti chimici e di nuove materie necessarie per le produzioni, nascondono già di per sé dei potenziali pericoli (precedentemente trascurati o non presenti) che vanno ora analizzati e calcolati.

Il perfezionamento del documento di valutazione rischio chimico non ha una data di modifica prestabilita, ma il DVR dipende dai cambiamenti delle regole sulla gestione degli agenti chimici nelle aziende. Se non si dovessero cambiare le sostanze utilizzate, allora non ci sarebbe alcuna modifica nella stesura del documento da parte di tecnici specializzati ed esperti nel settore della sicurezza i quali si rifanno all’importate decreto legislativo 81/2008.

Come limitare i rischi chimici

Il DVR si riferisce al Titolo IX del D. Lgs. 81/2008, che consente al datore di lavoro di proseguire con metodi idonei di valutazione e gestione del rischio chimico, volti a migliorare tutte le pratiche di coordinazione dell’emergenza.

Per limitare, infatti, qualsiasi genere di rischio chimico occorre mettere in pratica delle modalità specifiche, ossia le seguenti:

  • Eliminare tutte le miscele nocive dal punto di vista chimico, trasformando le fasi di sviluppo delle sostanze e dei prodotti.
  • Contenere ogni forma di pericolo chimico adottando misure di sicurezza idonee per qualsiasi lavoratore.
  • Utilizzare strumentazioni, attrezzature e una forma di abbigliamento protettivi dal punto di vista individuale.

Il rischio chimico nelle imprese si cela in diversi contesti e non interessa unicamente le aziende che operano nel settore specifico, ma coinvolge diverse realtà che devono uniformarsi ai controlli prescritti attraverso l’intervento di consulenti professionisti.